ἐϕήμερος è «di un sol giorno» perché effimera è la cultura che si fa “lavoro di civiltà”.
Nell’arte gli ephemera sono i frammenti che raccontano il processo e rimandano alla genesi dell’accadimento artistico, culturale e umano e ne chiarificano la persistenza e la pragmatica. L’inabissarsi di Atlantide è l’immagine poetica che ci accompagna per il 2023: dopo la prima edizione che ha attraversato il Friuli Venezia Giulia dalle Prealpi al mare, inanellando eventi dedicati a danza, musica, sound art, residenze d’artista, arti visive, laboratori artistici e somatici partiamo per un altro viaggio. Verso Atlantide per Ephemera 2023
Ephemera 2023/ Verso Atlantide
Ephemera Festival della Cultura Immateriale presenta la sua seconda edizione e attraversa il Friuli Venezia Giulia seguendo una mappa di luoghi scelti come presidi del contemporaneo e come contesti naturali di rara bellezza. Un festival diffuso che si muove con un “effetto libellula”: volo rapido rasente all’acqua, fragile e quasi trasparente che leggermente ne increspa la superficie riflettendo il sottile filo di continuità e responsabilità che un’azione culturale collettiva provoca nei territori che attraversa e nello spirito delle sue comunità.
“Verso Atlantide” è l’immagine poetica che guida Ephemera 2023: porta con sé un moto, un’azione, un processo in accadimento. È una ricerca che si fa assieme verso l’immateriale necessario della cultura.
Il viaggio inizia dalla SORGENTE con Ephemera Al Pozzo di Moggio Udinese, un paese montano di circa 1600 abitanti. Il Poç è una spiaggia segreta, custodita e curata dalla comunità da generazioni da oltre cent’anni, e gli artisti visivi Elena Mazzi e Marco Stefanelli condurranno una residenza artistica per raccontare di questo luogo e della sua comunità e i cui risultati si espanderanno in altrove fisici e virtuali. Dalle montagne della Canal del Ferro il viaggio scende alle colline di Rosazzo, per MABUL, tra i vigneti del Vigne Museum per Ephemera in VIGNA, con Frances Marie Uitti. La violoncellista che Stephen Brookes del Washington Post ha definito “la più interessante violoncellista al mondo” regalerà al museo senza porte posto da Yona Friedman fra i vigneti di Livio Felluga una composizione originale appositamente scritta per i ritmi della struttura e i profili del paesaggio. Le sonorità di Uitti si espanderanno tra le colline, mentre i cerchi di Friedman si specchieranno sulla superficie del suo violoncello di alluminio. E poi ancora più giù, per ARCA a Gorizia, dove la dimora storica di Palazzo Lantieri diverrà officina creativa per laboratori artistici, somatici e sessioni di ascolto collettivo. Un viaggio questo che da Udine, dove verrà ufficialmente presentato alla Libreria Martincigh il 16 giugno alle 18.30, proseguirà verso altri territori, Trieste, Venezia e oltre, portato lontano dall’amico orizzonte del mare.